Viaggia con Fede

UN ANNO DI COVID

Non avrei mai pensato nella mia vita di ritrovarmi dentro ad una pandemia mondiale, se ci penso è disarmante. All’inizio pensavo che i media stessero esagerando, trasformando un’influenza un pò più contagiosa, in un caso mediatico ma presto mi resi conto che non era affatto così…ricordo ancora che stavo lavorando presso il residence che gestisco in Val Gardena e un mio cliente, appena arrivato, era visibilmente turbato, mi iniziò a dire che in paese non c’era in giro nessuno, l’aria era spettrale e che le notizie on line che giravano erano abbastanza allarmanti, si parlava di chiusura di alcune regioni perchè troppo contagiate. Tra queste la mia Lombardia, la mia terra, dove vive la mia famiglia, i miei affetti, per un attimo mi si gelò il sangue. Il mio cliente cominciò a pensare all’ipotesi di ripartire per Roma, per non rischiare di rimanere bloccato da qualche parte, caspita addirittura pensai ma in effetti le notizie negative incalzavano di ora in ora, lui partì e così anche un nostro amico arrivato il giorno prima. Rimasero solo 3 famiglie in tutto il residence, finchè dopo 3 giorni arrivò la notizia del presidente dell’Alto Adige che invitava tutti i turisti a rientrare alle propria residenza. La preoccupazione si fece sentire seriamente soprattutto nei confronti delle nostre famiglie, alle quali, continuavamo a fare raccomandazioni. Gli ospiti partirono, ci ritrovammo nella desolazione più totale, i negozi iniziarono a chiudere e fu dichiarato lockdown totale!

Visti i continui appelli dei telegiornali alle partenze di massa, decidemmo di aspettare a tornare a casa nostra, i lavori non ci mancavano, ma poi fu troppo tardi, il rientro anche alla propria residenza venne bloccato. Mi pervase la tristezza, in questa situazione essere lontana da casa mi agitava, la mia testa si riempì di preoccupazioni, l’incognita degli eventi, e se succedeva qualcosa alla mia famiglia come avrei fatto? Volevo tornare a tutti i costi a casa mia, era la volta buona per fare un pò di lavoretti e godermi un pò casa mia. Inizia a chiamare carabinieri, polizia, esercito, il mio comune, il sindaco ma non ci fu verso eravamo bloccati qui…in un paradiso che in quel momento mi stava stretto.

Non andai a far la spesa per 20 giorni, ci facevamo bastare quello che avevamo…le giornate scorrevano veloci, nonostante tutto, il sole splendeva più bello che mai, si infrangeva sulla bianchissima neve e così non perdemmo l’occasione per una bella tintarella. I primi giorni ci divertimmo con passeggiate nei dintorni sulle piste da sci completamente battute e perfette, poi anche l’attività sportiva fu vietata, si poteva stare a 200 m dall’abitazione e così ci limitammo al giro del parcheggio davanti al residence, finchè scoprimmo un angoletto meraviglioso risalendo un pezzettino di pista Falk, divenne il nostro posticino riservato, qui andavamo a leggere, a prendere il sole e ad ascoltare i suoni della natura, quei suoni meravigliosi di piante e animali…la primavera incalzava e il cinguettio degli uccellini sembra una vera sinfonia.

Ogni tanto lo sconforto tornava a bussarmi alla porta, non era facile scacciarlo via, ma ci riuscivo grazie alle tante video chiamate con la mia famiglia e gli amici…passai qui il compleanno di mio marito, il mio e anche quello di mia mamma…imparai a fare i pon pon con la lana e non abbandonai mai la mia passione della bigiotteria finchè arrivò aprile, quando l’Alto Adige decise si aprire le porte ai proprio comuni, cioè nel proprio comune si poteva andare dove si voleva….

Selva di Val Gardena sembra piccola ma le montagne tutt’attorno  si protraggono per chilometri e così cominciarono le avventure con lo slittino, la neve in faccia era persino piacevole sotto al sole pungente primaverile, cercavamo delle rocce dove consumare i nostri pranzetti e così maggio arrivò in un lampo.

La notizia che dal 4 maggio si poteva rientrare nelle proprie residenze mi riempì il cuore, che gioia infinita, si torna a casa!!! Quest’euforia durò poco, solo venti giorni, i contagi, grazie al cielo, scesero tantissimo e così la stagione estiva era alle porte…dovevamo ripartire…

L’estate, a parte le mascherine, e i protocolli da Coronavirus, sembrava un’estate normale, giugno incerto e luglio, agosto con super boom di gente…mai vista così tanta in montagna. In effetti in molti pensarono alla montagna come il luogo sicuro dove rifugiarsi, spazi aperti e immensa natura…peccato per alcuni sentieri che diventarono delle autostrade e gli impianti di risalita vennero presi d’assalto, bene per l’economia montana, male per la pace che si cerca in montagna e malissimo per il virus che ritorno a più cattivo che mai in autunno.

Ad ottobre rientrammo a casa nostra, vacanze strane…prima iniziarono a chiudere i ristoranti la sera, poi arrivarono i colori delle regioni e così la Lombardia fu subito nell’occhio del ciclone, non ci poteva spostare tra comuni, negozi, bar e ristoranti chiusi…che belle vacanze, senza un viaggio, senza vedere gli amici ma soprattutto senza vedere la famiglia!

Nell’incertezza della riapertura degli impianti sciistici, era incerta anche la nostra ripartenza lavorativa e quando sembrava ormai certo di riuscire a passare le feste di Natale, finalmente con le nostre famiglie, si aprì l’ipotesi di una possibile finestra di tempo per raggiungere il residence…”L’Italia entra in fascia gialla, consentiti spostamenti tra comuni e regioni, apertura di tutte le attività commerciali, tranne gli impianti sciistici.” Si parte dobbiamo sistemare il residence per una possibile apertura, i contagi sono ancora molto alti, c’è solo un giorno, il 20 dicembre, in cui l’Altro Adige diventerà giallo prima di tutte le restrizioni delle feste natalizie, chi vuoi che venga???!!! Federica fatti gli affari tuoi, cosa vai pensando…e fu così che due famiglie arrivarono per davvero!

Ed eccoci qua, siamo a marzo, è quasi finita la stagione ma è sembrata sempre fine stagione, quando tutti gli alberghi iniziano a chiudere e in valle rimangono solo gli operativi o chi ci abita e invece non è così, sono già passate le mie amate feste (che quest’anno non vedevo l’ora che sparissero), qualche addobbo in giro si vedeva ma poco, il freddo inverno sembrava più freddo che mai. Le giornate di gennaio sembravano lunghe ed interminabili, la noia iniziava a farsi sentire…qualche sci alpinista si allena sulle piste da sci deserte, il paesaggio come sempre è fiabesco e quest’anno è l’abbondanza di neve che lascia stupiti, che presa in giro, gli sciatori si mangeranno le mani…sembra proprio che la natura si stia rimpossessando del suo abitat, un’ambiente ormai sfruttato dai troppi impianti di risalita.

Con le belle giornate di febbraio lo spirito è tornato a sentirsi vivo e così la voglia di uscire e fare passeggiate si fece sentire, il 6 febbraio fu dichiarato lockdown per tutto l’Alto Adige, ma bastano 2 o 3 ore di passeggiata per farti sentire gioioso, per capire che la vita non è finita, che bisogna apprezzare le piccole cose, la natura del resto regala tante emozioni. Piste deserte, neve meravigliosa e un cielo che più azzurro non si può…non potrei chiedere altro!