Viaggia con Fede

ARGENTINA – Dalla Patagonia alle cascate di Iguazu

Il pullman si ferma davanti ad una strada deserta chiusa da una sbarra, nel nulla più assoluto…è la dogana tra Cile e Argentina, entriamo in un container per il controllo passaporti e il viaggio continua. Davanti a noi strade infinite tra montagne e deserto.

Frontiera Cile – Argentina

Arriviamo a El Calafate e per nostra grande sorpresa ci ritroviamo in una cittadina molto ben organizzata, un bel viale alberato con tanti negozi e ristoranti, siamo davvero nel nulla e mai avrei pensato ad un posto del genere, è stata una piacevole sorpresa, del resto da qui partono le escursioni per sua maestà il Perito Moreno. Con un paio d’ore di bus scorgiamo la massa di ghiaccio di 200 chilometri quadrati, è davvero immenso, di un azzurro che sembra finto, l’emozione esplode dentro di noi! Meravigliose passarelle conducono ad una visione del ghiacciaio molto ravvicinato, si possono sentire gli scricchioli del ghiaccio in continuo movimento, è davvero impressionante. Il vento e la neve a tratti si fanno sentire ma l’incanto davanti ai nostri occhi non ci fa sentire il freddo.

Perito Moreno

Con un oretta di pullman un’altro incanto si apre davanti al nostro viaggio, il Cerro Torre e il Fiz Roy, due vette che abbiamo sempre visto nei documentari dei grandi scalatori ed ora sono proprio li davanti a noi. Un punto panoramico che parte dal paese di El Chalten porta ad ammirare queste vette lasciandoci sbaloditi…così bene non le vedremo mai più perchè qui il vento e le nuvole corrono sempre veloci. Se si arriva qui e non si è i grandi scalatori prima citati val la pena fare uno dei tanti trekking disponibili, noi abbiamo scelto la Laguna de Los Tres, una camminata di 25 km andata e ritorno ma con un paesaggio che continua a mutare, dai boschi, alla sabbia alle rocce…con i piedi distrutti ritornati a El Chalten e non ci resta che assoporare uno delle tante birre artigianali che si possono trovare dei locali del paese. Non vorremmo più andar via da qui e in effetti le tratte dei bus non sono poi così frequenti per certe zone, dovevamo raggiungere le zone montuose di Bariloche ma il bus era andato via la mattina stessa del nostro arrivo e per una settimana non sarebbe più passato di qui, allora con l’aiuto del nostro super efficiente operatore dei bus abbiamo studiato e progettato un nuovo itinerario, un lungo viaggio toccando un paese dimenticato da Dio chiamato Rio Galegos fino a Puerto Madrin.

Fiz Roy – Cerro Torre

 

Puerto Madrin è famoso per la sua penisola De Valdes, parco naturale, i guanachi corrono lungo le strade liberi e selvaggi mentre le balene affiorano dall’acqua lente, sinuose e mastodontiche, i pinguini scrutano l’orizzonte e i leoni marini si rilassano spiaggiati sulle spiagge delle penisola. E’ davvero un paesaggio naturale e incontaminato si può visitare con una macchina a noleggio oppure con i tanti tour proposti in città.

Ci prendiamo qualche giorno di relax godendoci il fruscio del mare e l’incanto delle balene…un lunghissimo viaggio ci aspetta, direzione Buenos Aireis – Buenos Aires – Iguzu.

E così il nostro fantastico pullman super confortevole parte un pomeriggio verso Buenos Aires, sono 16 ore di viaggio. Nel pieno della notte il bus si ferma all’improvviso, non si capisce cosa sta accadendo ma non possiamo scendere per questioni di sicurezza. Si scoprì il seguito che avevamo bucato una gomma, in mezzo alla Pampa, con il terreno fangoso, il buio, la pioggia, il crick sprofondava e cambiare una gomma in quelle condizioni con un pullman a due piani stra pieno è stato davvero complesso, di fatti i due poveri autisti ci hanno messo 5 ore!

Giungiamo a Buenos Aires quasi in ritardo per il nostro volo per le famose cascate di Iguazu…stremati dal viaggio vorremo quasi rinunciare a rimetterci di nuovo in ballo e così c’è un’unica soluzione…testa o croce…vince testa quindi via di corsa per l’aeroporto. Stiamo per imbarcarci e una hostess annuncia che c’è una tempesta su Iguazu e che il nostro volo non si sa se riuscirà ad atterrare, ma comunque ci proveranno e al massimo torneranno a Buenos Aires…COSAAAAAAA?????? Il panico ci assale, sembra la profezia, prima il pullman poi l’aereo, qualcosa rema contro questo viaggio, dobbiamo rinunciare ma i nostri bagagli sono già stati imbarcati, che si fa?! Si parte. Con il dolore nel cuore, la vita che ti scorre davanti, il terrore negli occhi della gente saliamo su quell’aereo, mi sento così debole, le forse mi abbandonano, continuo a chiedere da bere alle hostess per cercare di non svenire dal panico. L’aereo decolla, la prima ora tutto tranquillo, poi lambi e saette sfrecciano accanto a noi ma l’aereo è immobile, perfetto e così sarà fino all’atterraggio…ho maledetto quella hostess con il suo annuncio terrificante, ad ogni modo SIAMO SALVI!

Un clima caldo umido ci accoglie, il paesaggio è completamente cambiato…folta vegetazione, piante da frutta, tutto è molto rigoglioso. Aspettiamo a visitare le cascate perchè il tempo non è dei migliori e così cogliamo l’occasione per assaporare un angolo di Brasile…w la picanha!

Il frastuono dell’acqua ci accoglie all’ingresso del parco delle cascate di Iguazu, le cascate sono ancora lontane ma la potenza d’acqua si percepisce già. Ci avviciniamo ansiosi ed ecco aprirsi davanti ai nostri occhi qualcosa di impensabile, una portata d’acqua incredibile, cascate enormi immerse nella vegetazione più lussureggiante, la natura regala spettacoli autentici, dovremmo sempre averne molta cura!

Il nostro mese di girovagare volge al termine purtroppo si tornata a Buenos Aires per prendere il volo direzione Milano.