Viaggia con Fede

INDIA DEL NORD – LADAKH E KASHMIR

LADAKH e KASHMIR – INDIA DEL NORD

Informazioni generali:

Voli: Milano – New Delhi Ita Airways – New Delhi – Leh Indigo

Moneta : Rupia

Mezzi di trasporto: Treno: occorre la registrazione al costo di 1,50 € sul sito: IRCTC  – Bus: prenotazione alle biglietterie oppure on line sul sito 12go.asia

Permessi Ladakh: qualsiasi agenzia o albergo vi aiuterà con i permessi che servono per spostarsi in Ladakh

———————————————————————————————————————————————————————————————-

Il sole è abbagliante, scotta sulla pelle, non c’è una nuvola e il cielo è di un azzurro brillante. Sono le 8.00 del mattino e ci ritroviamo seduti nel cortile del nostro hotel ad assaggiare uno dei primi piatti indiani, la Parata, una sorta di piadina ripiena, in particolare si tratta di Alo Parata, cioè farcita con le patate…il sapore è buonissimo, speziato ma non piccante, ci da la giusta energia per andare alla scoperta di Leh, il capoluogo del Ladakh.

LEH

I contadini a bordo strada vendono verdure di vario genere, mele di svariate grandezze, anche piccolissime, mai viste in Europa, la loro dolcezza è sublime, qualche mucca che con lentezza si aggira per la città tenta di rubarne qualcuna ma vengono subito cacciate. La vita a Leh corre lenta, un camioncino con il latte richiama l’attenzione e tutti accorrono per averne la propria parte, qualche commerciante vende souvenir e altri attrezzature per trekking, la carne di montone è appesa in qualche macelleria a cielo aperto e il suono dei tamburi del monastero buddista risuonano in un ritmo ipnotizzante e rilassante.

Il palazzo reale sorge alto sulla città, nella tipica architettura tibetana fatto di fango e legno, i vicoli per raggiungerlo sono a tratti sterrati, fiancheggiati da case storiche e stupa che sorgono qua e la per la preghiera.

NEI DINTORNI DI LEH

Nel pomeriggio ci ritroviamo in sella al motorino, il vento fresco ci accompagna nel nostro viaggio verso i monasteri buddisti che circondano la città di Leh, attraversiamo la meravigliosa porta decorata rossa e gialla che ci indica l’uscita dalla città, c’è traffico e si guida sulla sinistra ma riusciamo comunque a goderci l’atmosfera che ci circonda, venditori ambulanti a bordo strada, qualche negozio o strane sculture e all’orizzonte le maestose vette himalayane. E’ tempo di provare i famosi momos, ravioli di carne o di verdure tipici di queste zone. Una tenda blu separa l’ingresso di questo mini ristorante all’interno di un cortile, entrando capiamo lo stupore dei locali e dei proprietari, sicuramente non abituati ad avere ospiti occidentali, servono solo un piatto momos e noodles, non ci poteva andare meglio, squisiti, li assaporiamo con tanti occhi addosso ma con la gioia di aver destato la loro curiosità…2,00 € in due!!!

Uscendo dalla strada principale le bandierine con le preghiere buddiste sventolano vivaci trasportando la loro voce anche nelle vallate più remote, un susseguirsi di stupa e monasteri ci riempiono gli occhi fino ad arrivare al monastero di Tihksey, abbarbicato su una collina con il suo colore ocra e rosso è davvero incantevole, al suo interno una statua alta 15 metri molto colorata lo rende ancor più speciale. Le statue antiche e i libri sacri rendono questo posto mistico e pieno di storia.

NUBRA VALLEY

JULEY! Ci saluta in ladachi il nostro autista che ci accompagnerà nella Nubra Valley. E’ mattino, Leh comincia ad animarsi, troviamo un bar che vende brioches simili a quelle europee, ne prendiamo un paio per il viaggio, ci aspetta il passo carrozzabile più alto del mondo: 5600 metri. La mia pancia è già scombussolata, l’India si fa già sentire, e così il mio umore non è dei migliori sapendo di dover toccare un’altitudine così importante ma nel giro di poco tempo sembro rinata. Davanti a noi una strada sinuosa si inerpica su montagne brulle, terrose dei toni del marrone beige, ogni tanto un posto di blocco ci controlla i permessi che servono per attraversare queste terre, spesso toccate da scontri di confine. Kardung La si mostra con le sue bandiere colorate sferzate dal vento, qualche baracca dove alloggiano i lavoratori delle strade, un bar e dei bagni pubblici dove si fa fatica a stare in piedi, il pavimento è totalmente ghiacciato, l’impresa è ardua, ardua come respirare, ogni passo sembra fatto a rallentatore, l’aria fa fatica ad arrivare e i polmoni ne richiedono sempre di più ma con calma facciamo le dovute foto e ripartiamo.

Ponti di ferro, montagne a perdita d’occhio, fiumi che giocano tra sassi e sabbia, la Nubra Valley è qualcosa di indescrivibile, regala alla vista uno scenario che è difficile da descrivere, è tutto immenso, mastodontico, desertico, aspro, duro ma nello stesso tempo dolce…è il grande nulla! L’auto corre su strade sterrate dove incontriamo mandrie di jak e qualche lavoratore, dopo ore e ore si erge davanti a noi il monastero di Diskit con la sua statua di Buddha gigante e colorotissima, la si vide a molti chilometri di distanza.

Giungiamo a Hunter in serata, l’atmosfera di questo piccolo paesino di quattro case è davvero unica, placida tranquillità in questo nulla incredibile, queste popolazioni che vivono di agricoltura e pastorizia mi chiedo ancora come facciano, è ottobre e da li a poco la strada verrà chiusa per 5 mesi, dovranno cavarsele con le proprie forse e risorse, e lo faranno grazie alla loro tenacia, le facce consumate e scure, cotte dal sole ne dimostrano la forza.

Una bella colazione abbondante e ci rimettiamo in viaggio verso il confine col Pakistan, precisamente verso Turtuk…gli occhi non sanno più dove guardare , un susseguirsi di natura, fiumi, ghiacciai, colori che variano di chilometro in chilometro. Un piccolo paese contadino ci accoglie, siamo a 7 km dal Pakistan, una terra di confine affascinante e stupefacente, assaporiamo la sua cucina e le sue tradizioni, vorremo che il tempo si fermasse qui!

PANGONG TSO

Seduti in una sorta di ristorante/autogrill assaporiamo una tazza fumante di the al burro di jak, è rosa e salato, dicono aiuti con l’altezza, siamo a 4300 m, la strada è stata lunga, tutta sterrata, sento ancora gli sbalzi dei sassi e delle buche, tra pochi chilometri arriveremo a lago Pangong, al confine con la Cina.

Il cielo è terso si confonde con l’azzurro del lago, limpido e cristallino, è fermo immobile, placido nonostante l’aria pungente. Qualche altro turista è giunto fino a qui, mancano pochi giorni alla chiusura del passo, siamo al limite di tempo per ammirare questo incanto. Avremmo voluto dormire qui per goderci la tranquillità di questa zona e la meraviglia del lago al tramonto e all’alba ma gli hotel sono già chiusi e soprattutto senza riscaldamento, ci saranno 3 gradi!

Il ritorno su Leh non è dei più belli, il tempo si è guastato, inizia a nevicare sul passo e senza gomme da neve un pò di preoccupazione c’è…lungo la strada camion in panne, auto che sbandano, le nuvole basse e la neve azzerano la visibilità, in macchina si è passati da snack e patatine al silenzio più totale…finalmente abbassandoci di quota, smette di nevicare e torna la visibilità, siamo salvi!!!

KASHMIR

La Farnesina sconsigliava di recarsi in Kashmir per le rivolte interne o con il vicino Pakistan ma i locali ci hanno incoraggiati perchè la situazione attuale era tranquilla e allora perchè non sfruttarla. Un taxi collettivo si inerpica sulle montagne Himalayane, lasciandoci sempre a bocca aperta, negli occhi mi scorre ancora l’azzurro cristallino del cielo infinito e i toni di beige e marroni di vette incredibili. Tutto fantastico fino al Zoji La Pass, una di quelle strade che ho visto solo nei documentari delle strade più pericolose al mondo…è l’ora del tramonto, il buio si avvicina velocemente, avvolgendo tutto con un’aurea di terrore, la strada corre sotto di noi sterrata, sassosa e polverosa, ci passano a malapena due auto ma il nostro autista è in sorpasso continuo, accanto a noi il nulla, lo strapiombo, il vuoto più nero, non esiste guardrail, un brivido mi scorre dentro ad ogni curva.

 

Arriviamo a Srinagar verso le 21.00, ci attende la nostra House Boat sul lago, un’esperienza  davvero  da  non  perdere, nonostante  molti  rumori  notturni.  Ci  svegliamo  presto,  il  sole  si  fa  sentire  tiepido  dandoci  il  buongiorno  sulla  terrazza  dell’house  boat,  assaporiamo  la  pace  del  lago  placido…dura  poco  questa  pace  perchè  in  un  attimo  venditori  ambulanti  si avvicinano  con  le  loro  barchette,  ed  è subito  l’assalto,  dobbiamo  scappare  via  subito.

Srinagar  si  basa  molto  sul turismo  locale  che  gira  introno  al  suo  lago,  gli  indiani  amano  passare  qui  la  luna  di  miele  magari  indossando  gli  abiti  tradizionali  delle  tribù  locali.  Ma  c’è  una  Old  Srinagar  poco  conosciuta  ma  ancora  autentica  fatta  di  vecchie  case  antiche,  mercati,  persone  cordiali  ed  accoglienti.  Strette  stradine  ci  conducono  in  una  cittadina  meravigliosa  con  le  sue  piccole  botteghe  di commercianti,  mi  sembra  che  qui  il  tempo si  sia  fermato. Salutiamo queste zone poche turistiche, autentiche con un pò di tristezza nel cuore ma il viaggio continua verso un India fatta di antichi palazzi e città storiche, partiamo alla vosta del Punjab.

Continua…